God of War

I giochi che sono usciti in esclusiva per Playstation sono stati veramente tanti, nel corso degli anni. A partire dalla prima console targata Sony, ci sono stati sicuramente numerosi successi di cui molti di noi si ricordano ancora oggi.
In alcuni casi questa “esclusività” non si è limitata solo a semplici videogiochi, ma spesso si è addirittura arrivati a coprire intere saghe.
Il gioco che andremo ad affrontare oggi fa proprio parte di una di queste serie di successo: God of War.
Nei panni di Kratos, il protagonista storico, molti di noi hanno vissuto le vicende adrenaliniche del mondo greco, tra divinità, battaglie feroci, sangue e vendetta.
Cosa aspettarsi allora da questo capitolo uscito per Ps4 il 20 Aprile 2018? Scopriamolo subito!

Una lunga vacanza in Scandinavia:

Dopo le mirabolanti avventure del mondo greco, Kratos decide di abbandonare la sua terra per dirigersi altrove, con lo scopo di ricominciare con una nuova vita.
La Scandinavia, perciò, sostituisce in questo capitolo di God of War il panorama della Grecia dei precedenti episodi.
Il paesaggio, tuttavia, non è la sola cosa ad essere cambiata: Kratos appare decisamente più maturo, quasi vecchio, con un’arma diversa, dei modi di fare diversi e con ben altre faccende di cui preoccuparsi.
Le dure battaglie affrontate in passato non lo hanno sicuramente preparato per la successiva sfida che lo attende: essere padre.

Il giovane Atreus

Atreus, il figlio avuto dalla misteriosa Faye, ha passato i primi anni della sua vita cresciuto quasi esclusivamente dalla madre, senza avere una vera e propria figura di riferimento paterna. Anche per questa ragione, le capacità di Atreus sono straordinarie a livello intellettuale e di nozioni sul mondo che lo circondano, ma rimangono decisamente scarse per quanto concerne il combattimento.
Se da una parte, dunque, parliamo di un ragazzo assolutamente inadeguato per sconfiggere mostri e creature malvagie, dall’altra abbiamo una specie di bambino prodigio quando si tratta di tradurre svariate lingue. Inoltre, Atreus possiede molte conoscenze riguardanti le Divinità Norrene e le leggende legate a loro.

Ultime volontà

Le cose, purtroppo, non cominciano bene per i nostri protagonisti: nei primi minuti di gioco aiuteremo infatti Kratos a recuperare della legna per cremare un corpo, che purtroppo è proprio quello di Faye.
La madre di Atreus è venuta a mancare in circostanze sconosciute e porta un grande dolore ai due membri della famiglia rimasti.
Il funerale, mostrato con un livello di regia e comparto artistico da brividi, ci metterà al corrente delle ultime volontà di Faye e della missione che dovremo affrontare: spargere le ceneri funerarie dalla cima della vetta più alta dei Nove Regni!
Kratos, che inizialmente reputa Atreus inadeguato per una simile avventura, dovrà partire con il figlio per compiere il volere di Faye, a causa di una visita poco gradita che avviene di lì a poco.

Un misterioso e fortissimo estraneo

Uno sconosciuto fa visita alla casa di Kratos, ponendo al nostro protagonista delle domande strane, sul momento senza senso.
Atreus viene messo al sicuro e lo straniero non sembra apprezzare la mancanza di risposte del Dio greco, che continua a non capire di cosa lo straniero stia parlando.
La situazione degenera e lo sconosciuto colpisce violentemente Kratos, dando inizio ad una prima battaglia su God of War che rende davvero omaggio al passato della serie e getta le basi per un ottimo nuovo gameplay.
Dopo la battaglia, Kratos sarà costretto ad allontanarsi con Atreus. Oltre a soddisfare le volontà di Faye, perciò, dovrà proteggere il figlio dalle minacce e dai pericoli del mondo che li circonda governato con tirannia da Odino e da Thor.

La Leviatano, un’ascia davvero speciale

Dopo tanti anni passati tra lame infuocate e catene, God of War consegna al nostro protagonista un’arma completamente nuova: la Leviatano.
Quest’ascia, forgiata per Faye e dotata di straordinari poteri, ha in sé il potere del ghiaccio, in grado di fornire aiuto non solo per sconfiggere i nemici, ma anche per superare i vari ostacoli che i nostri protagonisti incontrano sul loro cammino.
Atreus, dal canto suo, può contare su una buona mira con l’arco, che però deve esercitare per riuscire a rendersi davvero utile.
Il coraggio non gli manca, ma la sua ingenuità, la sua impreparazione e le sue frequenti mancanze di autocontrollo lo mettono spesso in difficoltà contro le avversità di quest’avventura.
Per queste ragioni, nelle prime fasi di God of War, deve fare spesso affidamento sulla forza e sulle capacità del padre e della sua possente ascia.

Padre e figlio

Il difficile rapporto tra Kratos e Atreus rappresenta una tematica fondamentale dell’intera opera di God of War: Atreus è giovane e immaturo, mentre Kratos cerca in ogni modo di tenerlo all’oscuro dei fatti accaduti in Grecia. L’ingenuità del più piccolo vengono spesso criticati dal padre, mentre la freddezza e la rigidità di carattere del più grande vengono spesso criticati dal figlio. L’incomprensione che regna tra i due genera contrasti frequenti, colmati sempre dalla necessità, di entrambi, di sopravvivere, e di esaudire le ultime volontà di Faye.
Oltre ai fatti narrati, perciò, la trama mette in risalto il rapporto genitori-figli, e lo fa anche attraverso ulteriori esempi che non riguardano solo i nostri protagonisti, ma anche, ad esempio, Thor e Odino (e molti altri…).

Pochi Boss “veri”

Nonostante la longevità più che discreta di God of War, la storia purtroppo ci offre ben pochi Boss da battere.
Mi spiego meglio.

Le battaglie importanti contro nemici più forti della norma non mancano di certo, ma si tratta spesso di nemici molto simili tra loro, con ben poche novità in più rispetto alle precedenti battaglie. Ciò non va chiaramente a danneggiare quelle che sono le battaglie più epiche (forse fa addirittura l’effetto contrario?), ma si tende tuttavia a percepire la mancanza di un numero sufficiente di antagonisti che possano giustificare le mille peripezie affrontate nel corso del viaggio da Kratos e Atreus. Senza contare, inoltre, che alcuni antagonisti principali peccano forse di visibilità: insomma, se ne parla tanto, ma a conti fatti non si incontrano quanto forse si dovrebbe.

Questo video è tratto dalla pagina Instagram di Gavio Games World

Alla battaglia!

Le novità introdotte da questo God of War non riguardano solo l’ambientazione, anzi: quest’ultima rappresenta solo la punta dell’iceberg di un prodotto ricco di stravolgimenti, a cominciare dal combat system.
Se nei vecchi capitoli di God of War eravamo abituati a scontri frenetici, molto veloci e con una quantità di tasti premuta in poco tempo piuttosto elevata, in questo caso ci ritroviamo immersi in battaglie dove il tempismo di parate e schivate diventa decisamente più importante, soprattutto contro i nemici più forti, capaci con pochi colpi di mandare al tappeto il nostro protagonista.
D’altra parte, Kratos ha numerosi assi nella manica con la quale può riuscire ad evitare uno spiacevole Game Over e a sconfiggere i nemici.

La furia di Sparta

Uno degli assi nella manica del potente Dio greco è sicuramente la Furia, attivabile dopo aver riempito l’apposito indicatore presente sotto i punti vita.
Questo status consente a Kratos di sferrare potenti attacchi a mani nude, può impedire ai nemici di sferrare attacchi pesanti e può ribaltare le sorti dei match più complicati grazie a diversi effetti speciali che questo status può attivare.
Per accedere alle abilità più potenti dei protagonisti di God of War, è necessario accumulare punti EXP per sbloccarle e rafforzare determinati parametri per potenziarle.
Questo, perciò, non vale solo per la Furia, ma vale per tutte le abilità di Kratos e Atreus.

Armi più forti per picchiare i più forti

Le abilità e i punti EXP non sono le uniche cose di cui preoccuparsi, per diventare più forti: l’equipaggiamento di Kratos e Atreus va infatti modificato, nel corso dell’avventura, reso più forte da diversi potenziamenti e dal ritrovamento di oggetti più o meno rari e (ovviamente) di denaro.
Ad alcuni pezzi di equipaggiamento si possono mettere dei particolari castoni, capaci di fornire dei particolari effetti sui parametri e sulle resistenze di Kratos. Atreus, invece, ha a disposizione diverse varianti di armatura, ma nessuna di queste è modificabile, una volta creata.
Se pensate che quest’ultimo aspetto possa limitare la varietà di equipaggiamenti utilizzabili in battaglia, temo non ci sia niente di più falso. I giocatori hanno comunque la possibilità di modificare l’attrezzatura in base alle necessità con molta precisione, soprattutto nelle fasi più avanzate del gioco, quando gli oggetti posseduti cominceranno ad essere numerosi.

Un gameplay tra frenesia, strategia e potenziamento

Viste le premesse appena descritte, God of War è chiaramente un gioco dove la manutenzione delle proprie armi e armature gioca un ruolo fondamentale nel proseguimento dell’avventura.
Tuttavia, la forza di strumenti e personaggi non deve farvi commettere l’errore di sottovalutare chi avete di fronte: molti sono coloro che possono trasformare velocemente il cacciatore in preda.
Schivate, parate, combo e strategie sono elementi che bisogna imparare a padroneggiare, se si vuole avere la meglio sui numerosi nemici del gioco.

Quasi perfetto!

L’unico difetto riscontrato in questo divertente combat system, che di difetti non sembra davvero averne, l’ho riscontrato nella telecamera: per quanto funzioni bene nella maggior parte dei casi, quando il numero di nemici aumenta diventa sempre più difficile tenere sotto controllo la situazione. Nelle occasioni in cui ci siano dei nemici che si muovono molto e/o che attaccano da lontano, spesso la telecamera non è in grado di farci tenere sotto controllo tutti i possibili attacchi in arrivo, creando ottimi presupposti per subire danni ingenti.

Complesso, non complicato

Il mix di meccaniche presenti e legate tra loro rendono il gameplay di God of War molto piacevole, proprio per via di questo mix di elementi che danno vita ad un sistema complesso, ma non necessariamente complicato.
Le meccaniche risultano di facile apprendimento, complicate ovviamente dalla difficoltà nella loro applicazione.
Ciò è causato anche dal fatto che spesso vi capiterà di incontrare nemici molto più forti di voi, facilmente distinguibili dal colore arancio o viola dei loro punti vita, e dalla necessità concatenare con precisione attacchi, schivate, parate e strategie.
Gli status alterati, l’indicatore di resistenza dei nemici e la tipologia di tecniche utilizzate possono rappresentare tanto la chiave della vostra vittoria quanto la spinta necessaria a farvi cadere nel baratro.

Comparto grafico… divino!!!

Se le ambientazioni create in questo capitolo di God of War non vi piacciono, la sola cosa che mi viene da pesare è… Com’è possibile?! 😀
Scherzi a parte, mi sono ritrovato a giocare con un prodotto capace di sorprendermi con una costanza che mai avrei creduto possibile.
I motivi non sono solo da ricercare nella straordinaria resa grafica, nella bellezza delle varie zone della mappa e nella spettacolarità delle cutscene, ma anche nello straordinario level design applicato a tutto questo.
Enigmi, grattacapi e ostacoli sono costruiti in maniera ottimale, con ben pochi elementi banali e con frequenti tocchi di originalità, complice ovviamente un palcoscenico molto affascinante.
Il livello di regia e le varie inquadrature mettono la ciliegina sulla torta ad un risultato finale da applausi.

Musica e doppiaggio, un’ottima compagnia!

Il meraviglioso risultato ottenuto in termini grafici da God of War trova la sua massima esaltazione quando incontra l’ottima compagnia della colonna sonora e del doppiaggio in italiano.
Oltre alla straordinaria interpretazione dei doppiatori italiani nel rappresentare tutti i personaggi coinvolti nella vicenda, già dalle prime battute ci rendiamo di come le musiche in sottofondo riescono a regalare ancora più enfasi all’epicità già abbondante riscontrata dagli occhi di chi gioca.
Parliamo perciò di un connubio di elementi che crea un risultato difficilmente riscontrabile in altri giochi usciti nello stesso periodo, che fa subito capire a chiunque che siamo di fronte ad un lavoro eccelso, che si candida per essere tra i migliori della generazione.

Giudizio Finale

Non ci girerò troppo intorno: God of War è sicuramente uno dei migliori dieci giochi usciti per questa generazione di console (se non tra i primi cinque).
Nonostante ci sia qualche piccolo difetto che lo allontanano leggermente dalla perfezione, sarebbe per me un errore madornale non definire God of War un autentico capolavoro videoludico, capace di mettere in risalto la tematica principale del rapporto tra genitori e figli attraverso una trama stupenda e un comparto artistico sublime.
A completare il tutto c’è una caratterizzazione dei personaggi molto ben approfondita, in grado di mettere in risalto anche i cambiamenti più piccoli in ognuno di loro.
God of War è un gioco che non può mancare dalle librerie delle console dei videogiocatori.

Voto Finale: 9,5


Vi ricordo che potete lasciare un commento con le vostre opinioni sul gioco e sull’articolo.
Sarò ben lieto di leggerlo.

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