I colpi di fulmine nei videogiochi
Questo articolo della rubrica “Aneddoti Videoludici” è dedicato ad un fenomeno che dal mio punto di vista è strano, affascinante, molto raro e avvolto da uno strano alone di mistero.
Quello del “colpo di fulmine” è un qualcosa che per me non riguarda affatto solo gli innamorati, ma riguarda tutto: oggetti, modi di fare, amicizie, rappresentazioni. Tutto.
Siccome al sottoscritto, in ambito videoludico, è capitato davvero poche volte, quelle poche le ricordo molto bene.
Tralasciando perciò la mia vita al di fuori dei Controller, vorrei portare alla vostra attenzione alcuni esempi, nella speranza di non essere l’unico ad aver affrontato situazioni simili e nella speranza che decidiate infine di condividere le vostre esperienze in merito.

Cosa intendo per “colpo di fulmine”
Innanzitutto, ci tengo a precisare cosa intendo dire quando parlo di “colpo di fulmine nei videogiochi”.
Di solito a me succede quando arrivo al menù iniziale, quello che di solito mostra scritto del tipo “Premere Start” o “Premi un tasto qualsiasi”.
La magia, di solito, avviene lì, in quella piccola frazione di secondo.
Guardo lo schermo e improvvisamente ho una strana sensazione.
Quest’ultima varia da gioco a gioco, il più delle volte.
Sia chiaro, tutto ciò non incide affatto sul mio giudizio finale sul gioco, perché in quel momento il gioco non è nemmeno iniziato. E non è nemmeno una questione estetica dell’interfaccia, perché con alcune schermate spettacolari non è successo niente, mentre altre teoricamente meno esaltanti mi hanno scaldato il cuore quasi subito.
Ribadisco, il colpo di fulmine nei videogiochi di cui parlo si trascina con sé una sensazione strana, affascinante, rara e avvolta da un alone di mistero.
Una strana prima volta
Il mio primo colpo di fulmine nei videogiochi fu con un gioco di auto quando ancora non avevo dieci anni.
Un gioco famosissimo che sono certo molti di voi conosceranno: V-Rally 2 per Ps1.
Sì, lo so, a molti di voi stanno già affiorando mille ricordi.
Quello che ricordo io è che dopo la sigla iniziale pensai “questo sarà il mio gioco preferito”.
Beh, lo fu, e per parecchio tempo. Ho passato diverse notti della mia vita a sognare di giocarci, per poi svegliarmi nei week end e giocarci davvero 😀
Inizialmente non ci sapevo per niente fare, ero scarso, lento, non riuscivo a controllare la macchina neanche in rettilineo.
Ma quel gioco mi piaceva troppo, e decisi di impegnarmi e di cercare di migliorare, anche perché in famiglia ci giocavamo quasi tutti, e non ci tenevo affatto ad essere la pecora nera della situazione 😀
Ancora oggi, quando mi chiedono qual è il mio gioco di macchine preferito, rispondo ancora V-Rally 2, perché quei i ricordi delle partite fatte in famiglia e delle battaglie all’ultimo decimo non le scorderò mai.
Una… demo?
La seconda volta che accadde fu con una Demo.
Sì, avete letto bene. Una Demo.
Ai tempi giravano spesso dei Cd con dentro numerosi giochi da provare.
Il più delle volte erano in regalo con alcune riviste dedicate al mondo del gaming (parliamo di quasi vent’anni fa, lo so).
Uno di questi Cd per Ps2 aveva al suo interno un gioco da provare per un tot di tempo e il suo nome era Dark Cloud!
Chi mi segue da un po’ sa già che ho adorato tantissimo questo gioco.
Quello che forse non sapevate è che, la prima volta che ci giocai, fu in quell’occasione.
Arrivato al menù di Start, provai una strana sensazione, che diventò incredibilmente intensa nel momento in cui partì la soundtrack del carrillon che introduce il videogiocatore alla storia.
Non so quante volte ho rigiocato quella Demo.
Ovviamente, quando ottenni la copia fisica del gioco completo non mi sembrava vero, e lo giocai per parecchie volte e per parecchi anni. Ancora oggi, Dark Cloud è nella lista dei miei giochi preferiti e rappresenta forse uno dei miei colpi di fulmine nei videogiochi più incredibili.

Uno stop di quasi 15 anni!
Negli anni seguenti attraversai ciò che rimaneva della generazione Ps2, passando per Xbox, Ps3 e Xbox 360 giocando a una quantità smisurata di giochi, alcuni dei quali sono impressi nella mia mente ancora oggi.
Gran Turismo 4, vari Need for Speed, Fallout 3, Assassin’s Creed 2, numerosi episodi della saga di Halo, Fable e molti altri furono testimoni di una valanga di partite giocate in famiglia.
Per quanto tra questi titoli si annoverino alcuni dei miei preferiti (i sopracitati sono ovviamente tra questi), nessuno di loro fece breccia fin da subito come i due inizialmente menzionati, ma entrarono nella mia lista soltanto dopo aver iniziato a giocarli.
Alla vecchia e classica maniera, insomma.
I colpi di fulmine nei videogiochi che arrivarono successivamente si fecero aspettare quasi 15 anni, quando nel 2017 arrivò sul mio scaffale il mio gioco preferito di questa generazione Ps4/Xbox One.
Anche in questo caso, chi mi segue da un po’ sa già di cosa parlo, ovvero di Horizon Zero Dawn!
Horizon Zero Dawn, precursore di una lunga serie
Quando vidi un’immagine estratta di Horizon Zero Dawn in un post su Facebook, capì subito che stavo guardando un gioco che prima o poi avrei acquistato e giocato.
Quello che non mi aspettavo era di riuscire a portarlo a casa a due mesi scarsi dalla sua uscita a 40 Euro.
Al menù principale ci arrivai col cuore che ormai batteva all’impazzata.
Sapevo che quello era il gioco che stavo cercando, che era quello che mi avrebbe accompagnato per anni tra le rovine di una città ormai sommersa dalla vegetazione, in un mondo post-apocalittico che avrei sicuramente adorato.
Più il gioco mi prendeva e meno ero sorpreso.
Era come se lo sapessi già dall’inizio, come se avessi letto il libro del tempo e avessi sbirciato tra le pagine del futuro.
Acquistare il DLC The Frozen Wilds per me fu automatico quasi come respirare.
Nonostante l’uscita di tanti altri giochi di qualità eccelsa, Horizon Zero Dawn rimane ancora adesso il mio preferito della generazione, nonostante gli altri titoli, nonostante i difetti, nonostante tutto.
La cosa strana è che non sono state le quasi 200 ore passate su quel gioco a farmelo capire. Io, in qualche modo, lo sapevo prima ancora di premere su Nuova Partita.
Il grande “escluso” (o quasi…)
Poco tempo dopo Horizon Zero Dawn ci fu l’episodio di Final Fantasy XV: Non si trattò di un qualcosa di immediato, quindi andrebbe escluso dalla lista.
Tuttavia, fu comunque qualcosa di molto rapido, che avvenne circa dieci minuti dopo aver iniziato la prima partita. In quel momento, con la telecamera che inquadrava lo sfondo e il titolo in grande che appariva, mi resi conto che quel gioco avrebbe portato con sé qualcosa di memorabile, per me.
Non sapevo bene cosa sarebbe stato (quello è impossibile saperlo senza giocarci), anche perché diversi erano i difetti lampanti che apparivano ai miei occhi a mano a mano che avanzavo. Tuttavia, questi concetti sono andati completamente a farsi friggere nel momento in cui si è arrivati al gran finale.
Il finale di quel gioco è un qualcosa di commuovente e straziante che scioglierebbe il cuore al peggiore dei criminali.
Attualmente, il titolo appartiene alla Top 3 dei giochi che mi hanno emozionato di più in assoluto.
Sono consapevole del fatto che si tratti di un colpo di fulmine arrivato in netto ritardo, ma ho pensato valesse davvero la pena menzionarlo.
L’Invasione delle avventure dinamiche

Gli ultimi esempi che vi porto riguardano i miei ultimi due colpi di fulmine nei videogiochi. Entrambi appartengono al mondo delle avventure dinamiche, il cui primo della lista è Detroit: Become Human.
Se volete saperne di più su cosa ne penso di questo gioco, ho scritto un articolo a tal proposito che credo descriva bene la mia opinione in merito.
Link qua sotto:
Detroit Become Human – Gavio Games World
L’impressione che Detroit: Become Human sarebbe riuscito a emozionarmi l’ho avuta quasi prima di vedere il menù principale.
Il fatto che il tema degli androidi e degli umani fosse già stato utilizzato in moltissimi contesti fantascientifici non mi ha fatto partire con alcun pregiudizio, perché comunque tutti sappiamo che ogni opera fa storia a sé, e se è raccontata bene può far emozionare tantissimo lo stesso.
Infatti, alla fine, sono stato ben contento di scoprire che avevo assolutamente ragione.
Il rapporto tra Kara e Alice, il cambiamento psicologico di Connor e la rivoluzione di Markus hanno creato un fiume di emozioni piuttosto intense per tutta la durata dell’opera.
Per me è stato un gran gioco, tanto che il mio nome utente su Playstation è sempre accompagnato dal’avatar con la foto di Connor, il mio personaggio preferito di quello splendido titolo.
Una coltellata dritta all’anima
Ho un’ultima confessione da farvi, prima di passare al prossimo titolo: una volta non ero affatto un fan delle avventure dinamiche.
Anni fa ero uno che preferiva di gran lunga un bel gameplay ad una trama coinvolgente.
Heavy Rain è stato il precursore di un cambiamento mentale che ha iniziato a farmi osservare questo genere sotto un altro punto di vista. Per quanto non lo abbia adorato alla follia, questo gioco è riuscito a mostrarmi i lati migliori di questa tipologia di giochi che tanto avevo snobbato prima di allora.
Oggi sono qui, in maniera quasi paradossale, a raccontarvi di come due avventure dinamiche abbiano saputo emozionarmi tantissimo e lo hanno fatto praticamente prima ancora di iniziare a raccontare le loro storie.
Quest’ultima opera, tra l’altro, l’ho vissuta in modo particolarmente intenso, emotivamente. Una storia bellissima, il cui finale apre le porte a mille tematiche importanti, profonde, e che lasciano un segno indelebile nell’anima di chi, come me, ha davvero saputo apprezzare il capolavoro di Dontnod Entertainment.
Sì, sto ovviamente parlando di Life is Strange!
La caratterizzazione di tutti i personaggi di questo capolavoro porta una capacità di coinvolgimento del giocatore al titolo stesso che in poche altre occasioni ho notato.
Ascoltare la colonna sonora di Life is Strange mi ha dato l’impressione che tra il gioco e le tracce ci fosse una chimica perfetta, come se le scene fossero nate in quel modo, fatte apposta per coesistere assieme. Raramente ho assistito a degli abbinamenti gioco/musica così azzeccati.
Quando mi fu consigliato anni fa, dissi che lo avrei giocato, pur sapendo che in quel momento avrei voluto cimentarmi in altro.
Oggi mi pento di non aver seriamente dato retta a quel consiglio, soprattutto se penso che il menù principale, il sottofondo musicale e l’atmosfera che già potevo respirare prima di iniziare, erano quelli delle grandi occasioni.
Sapevo che già che sarebbe stato indimenticabile senza sapere nulla di quel gioco (ma seriamente nulla, non avevo mai visto nemmeno un trailer), ma per qualche strana ragione lo sapevo.
Quest’ultimo colpo di fulmine nei videogiochi rappresenta senza dubbio il più intenso di tutti, quello che realmente mi ha fatto pensare subito: “So già che questo gioco mi rimarrà impresso a vita. Ma com’è possibile che io sia già così sicuro che mi piacerà senza averlo iniziato?!”.
Alla fine il gioco si è rivelato una vera e propria coltellata all’anima, un colpo inferto che sono stato felicissimo di subire e che ha lasciato incisa una profonda lacerazione, sulla quale si può leggere chiaramente “Life is Strange”.
Una storia senza finale:
Questi episodi che avete potuto leggere qui sopra fanno parte di una serie che potrebbe non essere affatto arrivata all’epilogo.
Questi strani colpi di fulmine nei videogiochi potrebbero tornare a bussare alla mia porta, prima o poi, e io penso che li accoglierò con un sorriso. Questo non solo perché finora tutti i giochi con la quale è capitato si sono poi rivelati molto significativi, per me, senza alcuna eccezione alla regola; ma anche perché comunque è una sensazione che trovo piacevole.
Mi piace l’idea che il mio istinto riesca in qualche modo a prevedere che sto per approcciarmi ad un qualcosa che mi rimarrà impresso praticamente a vita. Mi piace provare sulla mia pelle questo bizzarro tentativo che l’istinto fa per cercare di prepararmi al meglio a ciò che sta per succedere, in modo tale che io sia pronto ad accogliere tutto quello che l’opera che ho di fronte ha da offrire. Sotto quest’ultimo punto di vista, è quasi un peccato ciò sia accaduto così poche volte.
Ora tocca a voi!
Naturalmente, sarei felicissimo di venire a sapere che questi colpi di fulmine nei videogiochi sono capitati anche a voi che leggete questo articolo. Mi piacerebbe sapere se avete vissuto anche voi questo curioso fenomeno e con quali giochi in particolare.
Sentitevi liberi di andare indietro nel tempo a recuperare vecchi ricordi d’infanzia o altro. Questa sezione del mio sito è fatta appositamente per spronare chi legge a condividere le proprie storie e le proprie esperienze con i videogiochi, e mi piace farlo esponendomi per primo in tal senso.
Spero decidiate di accogliere il mio invito.
Fino ad allora, vi ringrazio per la lettura e… ad un prossimo articolo! 😀