Assassin’s Creed Origins
Il 2017 è stato un’ottimo anno per i vedogiochi. Le uscite che si sono susseguite una dopo l’altra hanno fatto sorridere gli appassionati come me praticamente dall’inizio alla fine. Tra questi titoli, il giorno 27 Ottobre, Ubisoft pubblica il suo nuovo capitolo della serie Assassin’s Creed, dopo una Parigi che ha deluso molti e una Londra che è passata un po’ inosservata. Per queste ragioni, quel giorno, Ubisoft non propone ai fan della serie le solite meccaniche con un forte tentativo di perfezionamento, ma offre una rivoluzione della serie, una sorta di reinterpretazione del gameplay che mantiene solo le basi fondamentali dei titoli precedenti, reinventando praticamente tutto il resto. Assassin’s Creed Origins fa un salto indietro nel tempo fino all’antico Egitto, nel tentativo di ritrovare nel passato le chiavi per un brillante futuro, proprio da prima della nascita della confraternita degli assassini che conosciamo.
Io vi dichiaro… assassino e assassina
La storia inizia con un evento tragico, che accompagnerà i videogiocatori per tutta la durata dell’avventura. Bayek, il nostro protagonista, è un medjay, una figura molto importante all’interno della società egizia che ha il compito di proteggere il faraone, la nazione e, più in generale, il popolo egiziano. Questa sorta di polizia d’élite ha anche il compito di custodire i segreti del regno e difenderli da coloro che cercano di possederli. Nel tentativo di introdursi in una cripta segreta sotto il tempio di Amon nella città di Siwa, cinque uomini rapiscono Bayek e suo figlio Khemu. Quest’ultimo, purtroppo, resta vittima della colluttazione tra Bayek e i rapitori, che il medjay prometterà di uccidere per vendicare la morte del figlio.
La vendetta di due genitori
A giurare vendetta nei confronti di quelle persone mascherate ci sarà anche Aya, la moglie di Bayek, che si separerà dal marito con lo scopo di riuscire a scoprire di più su questo gruppo criminale che minaccia l’intero Egitto.
Con queste premesse e con la vendetta come ragione principale che spingerà i due ad agire, ci prepariamo a scoprire una gigantesca cospirazione che darà inizio a uno dei primi scontri tra quelli che saranno poi gli assassini e i templari.
Un inizio classico per sviluppi successivi più interessanti
Nonostante la storia non abbia un inizio di sceneggiatura particolarmente articolato, scopriamo invece che ha numerosi sviluppi che coinvolgono personaggi illustri e ben caratterizzati. Oltre a ciò, ci ritroviamo a dover percorrere tutto l’Egitto per aiutare persone e scoprire segreti di una nazione che nasconde tesori, conoscenze e informazioni di enorme valore. Tra tombe celate, armi formidabili e testi antichi, avremo parecchi chilometri da percorrere per riuscire a trovare tutto quello che queste antiche terre offrono.
Da notare la quasi totale assenza di una storia principale ambientata nell’epoca “attuale”, caratteristica narrativa a cui (purtroppo, per me) gli Assassin’s Creed ci hanno sempre di più abituato dopo Desmond Miles.

La rivoluzione del gameplay
Pensate a tutte le meccaniche di gioco degli ultimi due capitoli della serie: il combat system, la corsa acrobatica, l’occhio dell’aquila per individuare i nemici e le numerose fasi stealth. Bene, adesso cancellate tutto!
Scherzi a parte, dei precedenti episodi è rimasto ben poco.
Un nuovo modo di lottare!
Il combat system è sicuramente tra gli elementi che più di tutti ha subito un forte cambiamento: il controattacco da effetturare con le giuste tempistiche è stato rimpiazzato dalla pressione di due tasti, quello del blocco e quello della schivata. Quest’ultima risulta fondamentale per evitare di subire danni dai possenti attacchi caricati di alcuni nemici particolarmente pericolosi. Vi è inoltre l’introduzione di un’arma secondaria, l’arco, che ci consente di essere pericolosi anche dalla distanza; sono disponibili in numerosi varianti (da caccia, da predatore, ecc.), ognuno con i suoi usi e i suoi vantaggi. La stessa cosa accade con le armi da mischia: tra spade, lame doppie, martelli e mazze, avremo un sacco di oggetti con cui sbizzarrirci. Oltre a ciò, non mancano alcuni gadget particolari, utili in determinate circostanze per facilitare le cose al nostro medjay.
Il vecchio e il nuovo
La corsa acrobatica, sebbene non abbia subito grosse variazioni, possiede alcune caratteristiche nuove degne di nota: la fluidità dei movimenti del nostro protagonista è migliorata molto, consentendoci di effettuare movimenti più eleganti rispetto ai precedenti episodi e con meno complicazioni a livello di pressione dei tasti. Non mancheranno comunque i punti di osservazione dove sincronizzare la mappa, questa volta però non solo a favore di una maggiore chiarezza dell’area che ci circonda, ma anche a favore di una maggiore percezione della nostra aquila, Senu.
Un aquila in stile drone
Attraverso una schermata che ricorda molto il drone di Ghost Reçon Wildlands, potremo utilizzare la vista di Senu per marcare nemici, tesori, obbiettivi e ingressi nascosti, utili per dare al videogiocatore la possbilità di pianificare le sue mosse. Bayek, in questo modo, può sfruttare cespugli, covoni di fieno (che non mancano mai) e altri ripari per rendersi invisibile agli occhi delle guardie, che potranno così essere eliminate facilmente.
IA e livelli di difficoltà
L’intelligenza artificiale, da questo punto di vista, mostra ancora una volta le sue lacune: per quanto le guardie siano aggressive e possano mettere in pericolo il protagonista, spesso riusciremo a escogitare il modo di uscirne vivi. Assassin’s Creed Origins comunque offre dei livelli di difficoltà più elevati da poter selezionare (vera novità del brand); gli scontri diventano così un po’ più complicati, soprattutto se veniamo circondati dai nemici in un territorio che offre pochi ripari. In ogni caso i nemici non diventano più furbi, ma continuano, anzi, ad essere facilmente imbrogliabili da Bayek. Ho provato a fuggire da un luogo in cui ero stato scoperto, nascondendomi per poco tempo in attesa che si calmassero le acque. Ho scoperto così che le guardie tornano completamente ignare di tutto. In questo modo si può ricominciare l’eliminazione sistematica dei nemici, come se nulla fosse accaduto pochi istanti prima.
Qualcuno ha detto gioco di ruolo?
L’impronta da gioco di ruolo che Assassin’s Creed Origins si ritrova a possedere è di quelle mai viste fino ad ora: dopo aver avuto un piccolo assaggio di questo da Syndicate (dove però i livelli erano solo dieci), in questo titolo ci ritroviamo un articolato sistema di sviluppo del personaggio, dove ad ogni riempimento della barra del livello si ricava un punto abilità e un leggero miglioramento delle caratteristiche del protagonista.
Abilità e punti esperienza
Le abilità sono suddivise da tre grandi categorie, tutte percorribili e legate tra loro a formare una complessa rete con le abilità più disparate.
L’open world, inoltre, ci consente di guadagnare punti esperienza praticamente in ogni dove, e di raccogliere risorse sia dall’esplorazione e dal ritrovamento dei materiali, sia attraverso l’eliminazione di animali e convogli armati. Quest’ultimo elemento rappresenta una parte fondamentale del potenziamento di Bayek, in quanto grazie agli oggetti ottenuti, si possono potenziare i suoi attacchi a distanza, quelli in mischia, il suo attacco con la lama celata e altro ancora. Questo sistema di crafting consente inoltre di ottenere delle cianfrusaglie da rivendere per ottenere un po’ di denaro extra (che comunque si può rimediare in molti altri modi differenti e in quantità maggiore).
Un cambio di rotta piuttosto evidente
Sebbene si parli pur sempre di un gioco chiaramente action, i livelli, il sistema di sviluppo, il crafting e l’open world sono chiari sintomi di un titolo che ha decisamente incontrato molti elementi da gioco di ruolo, per la gioia (o il dispiacere) degli appassionati.

Realismo vs Gameplay
L’Egitto ricostruito da Ubisoft è immenso!
Siamo di fronte ad una mappa dalle dimensioni non indifferenti, con città molto diverse tra loro sia per forma che per dimensione. Siamo parecchio lontani dal gruppo di case “fatte con lo stampino” che qualcuno potrebbe aver già visto in altre occasioni e in altri titoli. Le città possiedono punti di sincronizzazione, templi, negozi e alcune caratteristiche architettoniche simili, ma ciò rappresenta tutto quello che le accomuna. Le missioni secondarie in questi luoghi saranno molteplici, e scoprire una nuova località può caricarci di una mole di lavoro davvero notevole.
Open World, una pericolosa arma a doppio taglio:
Al dì fuori di questi luoghi, però, secondo me le cose si complicano un pochino: le aree desertiche proposte da Ubisoft sono suggestive e ricostruite molto bene, ma purtroppo il realismo proposto si scontra un po’ con la praticità del gameplay; ci ritroviamo a dover percorrere lunghi tratti di strada con la nostra cavalcatura, spesso passando per luoghi già visti e rivisti più volte, con il punto di viaggio rapido più vicino spesso distante anche 800 metri. Sebbene con la cavalcatura ci siano opzioni per una sorta di “viaggio automatico” e sebbene presa singolarmente la distanza non rappresenti un così grave problema, alla lunga la cosa può diventare snervante, soprattutto considerando il fatto che le missioni secondarie sono veramente tante. Forse sarebbe stato meglio inserire più punti di sincronizzazione sulla mappa per favorire un maggiore percorribilità dei territori desertici che l’Egitto offre.
Un’opinione approfondita
Se volete saperne di più circa la mia opinione in merito agli Open World e vi interessa affrontare l’argomento e dirmi la vostra, ho preparato un articolo che fa al caso vostro, raggiungibile dal link qui sotto:
Gli Open World – Gavio Games World
Bel panorama, facciamoci un selfie!
La grafica mostrata da Assassin’s Creed Origins è il risultato di un lavoro svolto in maniera sublime. La ricostruzione del territorio è artisticamente degna dei migliori capitoli della saga, con le piramidi e i monumenti a dominare la scena.
Complice di tutto questo è il livello di dettaglio con la quale sono realizzati i giochi di luce e i riflessi dei paesaggi sia di giorno che di notte. Acqua, sabbia, deserto, palude, tutto è legato assieme in maniera splendida, con Bayek che è in grado di percorrere ognuno di questi ambienti con fluidità e naturalezza, incappando poche volte in ostacoli invisibili e altri errori grafici. Considerando quanto la saga ci abbia abituato a frequenti problemi di questo tipo, non si può negare che il miglioramento sia stato notevole.
Le fotografie:
L’ambiente che ci circonda può essere utilizzato dai videogiocatori per scattare fotografie e immortalare momenti memorabili della loro esperienza con questo gioco.
Tali foto, possono essere poi condivise con altri utenti, che potranno così osservarle e mettere una sorta di “mi piace” su di esse.
Considerazioni Finali:
Assassin’s Creed Origins è un titolo che va a ricercare nuove fondamenta per una serie che aveva bisogno di una ventata di aria fresca, visto gli ultimi episodi dal successo altalenante. Il gioco è chiaramente un progetto ambizioso frutto di un’idea che mescola assieme numerosi elementi di giochi Ubisoft già conosciuti nel panorama videoludico: le creature addomesticate di Far Cry, l’aquila in stile drone di Ghost Reçon Wildlands e altro ancora, si uniscono ad alcuni elementi tipici della tradizione del brand per formare un calderone dai molti ingredienti e dai tanti contenuti, senza però aggiungere niente di più da consentire al titolo di arrivare all’eccellenza. Nonostante questo e nonostante un open world non sempre accomodante in fase di esplorazione, il titolo convince molto a livello di gameplay e a livello grafico, dove finalmente abbiamo un’interazione con l’ambiente più fluida rispetto ai precedenti episodi.
Molte tematiche per un’unica trama:
La trama, per quanto non complessa da capire, comprende personalità di spicco ed eventi storici noti legati tra loro in maniera ottimale, tanto da strappare un sorriso anche ai più appassionati di questo periodo. La tematica della vendetta non è sola, e sarà acompagnata da altri temi, come la giustizia e l’amore, affrontati soprattutto grazie al rapporto di Bayek e Aya.
In conclusione…
Siamo di fronte ad un cambio di rotta decisamente importante per la saga, che per la prima volta mette in mostra la sua componente più ruolistica, pur non dimenticando la componente action che la caratterizza. Per quanto alcuni fan della serie potrebbero restare contrariati da questo tipo di cambiamento, è chiaro tuttavia che il rinnovo era necessario. Le meccaniche proposte, per quanto migliorabili e per quanto non sempre perfette, consentono al titolo di esordire più che bene nella sua nuova veste.

Voto finale: 8,3
Se avete delle opinioni particolari sulla saga, su questo particolare episodio o su altri, e volete discuterne, ho realizzato un articolo apposito dove esprimo buona parte delle mie opinioni su tutti gli episodi a cui ho giocato e che ho finito. Non parlerò perciò di Odyssey (non avendolo ancora finito), anche se ovviamente potrete farlo voi. Sarò ben lieto di condividere con voi quelle che sono le mie impressioni sul gioco fino a questo momento.
Perciò, che siate in cerca di un’opinione più specifica su Unity o che vogliate semplicemente parlare della saga, vi lascio il link qui sotto all’articolo sopracitato:
La Saga di Assassin’s Creed – Gavio Games World