Assassin’s Creed Origins: Una semplice Foto

La storia che vi racconto in questo articolo ha tutti gli elementi delle più classiche vicende tragi-comiche. Come avrete già intuito dal titolo, ci troviamo su Assassin’s Creed Origins, gioco che appartiene ad una saga ormai divenuta famosissima dell’ancor più celebre casa videoludica conosciuta come Ubisoft. I panorami offerti da questo videogioco sono numerosi e graficamente la ricostruzione dell’antico Egitto è notevole.

Una premessa che sorprende poco

Arrivato in cima ad un edificio per effettuare la classica sincronizzazione, mi ritrovo affascinato da ciò che lo schermo del televisore mi mostra. Decido così di scattare una foto, pratica a cui non sono per nulla abituato, all’interno di questo contesto. 
Comincia tutto da qui, da una semplice fotografia di un paesaggio. Da quel momento in poi succederà di tutto, in una rocambolesca serie di eventi di cui voglio rendervi partecipi. 

Prima di fare ciò, se non lo siete perso,vi invito a leggere il mio articolo su Assassin’s Creed Origins che trovate a questo link:

Assassin’s Creed Origins – Gavio Games World

L’ennesimo punto di sincronizzazione:

In uno dei tanti momenti di esplorazione delle zone sconosciute, decido raggiungere la cima di un edificio di un piccolo villaggio sperduto nel bel mezzo del nulla. La ragione è semplice: c’è un punto di sincronizzazione proprio lì che mi sta aspettando. Senza alcuna ragione particolare, mi rendo conto che il paesaggio che mi circonda mi piace un sacco. 
“Caspita, bello! Ci starebbe una bella foto”, mi viene subito da pensare. 
Non avendone fatte tante, ovviamente non ricordo come farle. In uno dei tanti cassettini della memoria mi appare all’improvviso la modalità foto mediante Senu, l’aquila. Lieto di questo flashback, chiedo il supporto del mio prezioso aiutante, che in quel preciso istante fa anche più del suo dovere: dritto davanti ai suoi occhi, appare quasi come un miraggio un convoglio di denaro. Le mie tasche non sono proprio pienissime e le quantità trasportate dalle guardie risvegliano l’avarizia che è in me. 
“La foto può aspettare”, “la foto posso farla dopo”, mi continuo a ripetere. 
“Il denaro serve, l’equipaggiamento va migliorato”, “qualche spicciolo in più fa sempre comodo”.
Tutte queste frasi mi convincono a rimandare, così eseguo il salto della fede, acchiappo la cavalcatura e mi lancio all’inseguimento. 

Il paesaggio suggestivo di Assassin's Creed Origins mentre Bayek scivola su una fune tesa

Buona la pr… prossima, magari

Viste dall’alto, le cose sembrano sempre più vicine. Soltanto dopo, con un pizzico di stupore, vengo infatti a sapere che il convoglio si trovava a parecchie centinaia di metri dalla mia posizione. 
Col senno di poi, mi rendo conto che avrei dovuto interpretare la cosa come un chiaro segno che dovevo lasciar perdere, ma ormai quel che è fatto è fatto.
Raggiungo i primi due nemici a cavallo, capitanati da una biga che sta trasportando l’oro del convoglio. La prima guardia la sistemo con un dardo soporifero e il gruppo non si accorge di nulla. La freccia che colpisce il secondo nemico in testa infligge un danno enorme, ma non è sufficiente ad eliminarla. Nel frattempo, ovviamente, sono stato scoperto, e i soldati non si fanno attendere troppo prima di iniziare a tempestarmi di frecce. Tra sibili e colpi che vanno a segno, la seconda guardia vola da cavallo, mentre io me la cavo con ben pochi danni subiti. Convinto ormai di avere la situazione sotto controllo, lancio la cavalcatura verso l’ultimo nemico che mi separa da un bel gruzzoletto di monete sonanti.
Quello di cui purtroppo non mi ero accorto, era che intanto il convoglio mi aveva trascinato dentro una piccola base nemica. Inizio a colpire la guardia con la spada, per cercare di eliminarla in fretta. L’idea era di prendere il malloppo e darmi alla fuga, anche perché gli arcieri erano veramente troppi per essere affrontati in quella situazione. 
Riesco a togliere di mezzo anche l’ultimo soldato del convoglio, prendo le monete, ma nel frattempo due pesantissimi colpi raggiungono Bayek, ferendolo gravemente. Con la sfortuna a farla da padrona, mi rendo conto di essere in campo aperto (anzi, apertissimo). Non essendoci perciò altre vie di fuga, le altre due frecce non tardano ad arrivare, insieme alla mia desincronizzazione. 

“Anubi ci tiene molto a conoscermi!”

Ritornato dal brutto Game Over, mi rendo conto che i soldi appena ottenuti mi sono rimasti. Bene, almeno una buona notizia!
Decido di utilizzare il viaggio rapido per arrivare direttamente al punto di sincronizzazione, dove finalmente avrei cercato di scattare una foto decente. Apro la mappa e scopro di essere di fianco a una quest secondaria. Considerando che accettarla in un secondo momento mi costringerebbe a cavalcare per quasi un chilometro prima di ottenere l’incarico, decido che forse è meglio optare per una piccola deviazione. Accetto la missione, che però prevede di seguire la direzione opposta rispetto a quella della mia prossima meta. Ciò mi fa così rinunciare all’idea di completarla subito, rimandando l’incarico ad un secondo momento. 
Nonostante quella scelta fu giusta, ne feci un’altra decisamente sbagliata: con il punto di sincronizzazione segnato sulla mappa, decido di seguirlo alla vecchia maniera, senza sfruttare il preziosissimo viaggio rapido. Capisco di aver commesso l’errore nel momento in cui il suono del pericoloso avvicinarsi del Phylakes non mi distrugge tre quarti di apparato uditivo. Mentre rifletto su quanto può essere una buona idea affrontarlo, il pericoloso nemico si avvicina sempre di più. La sfida mi attira, pur sapendo che quelli sono per me scontri difficili da portare a termine. Mentre quel briciolo di buonsenso che mi rimane mi suggerisce di evitare lo scontro, il videogiocatore che è in me ha già estratto la spada. 

In che altro modo poteva finire?

Il phylakes è armato con due lame, chiaro segno che la velocità fa parte del suo stile di combattimento. La battaglia comincia con una combo intensa che colpisce il nemico, dopo essere riuscito a schivare i primi colpi del mio avversario. La reazione è immediata e vengo colpito. I danni sono lievi, ma la velocità con cui quelle spade colpiscono mi fanno preoccupare non poco. La sua vita si riduce drasticamente, arrivando ad essere meno di metà. Le sue lame si illuminano e l’attacco feroce del soldato di Tolomeo viene preparato a dovere, pronto a colpire. So di doverlo evitare a tutti i costi, so che sto correndo un grosso rischio e so che subire quella combo mi metterebbe un piede nella fossa. Il phylakes parte. Eseguo una schivata a sinistra, ma agisco d’anticipo, troppo: il colpo arriva, i danni sono elevatissimi. Con i punti vita ridotti al minimo, cerco di reagire attaccando a più non posso, sapendo bene che il Dio dei morti ce la sta mettendo tutta per conoscermi (di nuovo). Il nemico accusa i miei colpi, ma si rivela implacabile: resiste agli urti e cerca rapidi affondi, che per fortuna vanno a vuoto; nel tentativo di anticipare il mio successivo attacco, però, riesce nell’intento di trovare sguarnita la mia guardia, uccidendomi con due velocissimi fendenti. Altro Game Over.

Un'immagine di un panorama in Assassin's Creed Origins
Assassin’s Creed® Origins

Un finale bello… ma non troppo!

La storia finisce in maniera abbastanza scontata: dopo due desincronizzazioni e due profonde ferite all’orgoglio, decido di raggiungere la cima dell’edificio con un viaggio rapido. Scatto la foto, un panorama niente male che però mi lascia un amaro sapore in bocca. Quella, che ci crediate o meno, sarà l’ultima foto che scatterò in quel gioco, anche se le ore aggiunte di gameplay da allora saranno più di 50. 
Chiaramente, non vi racconto questo con l’intenzione di non farvi più approfittare della possibilità di un selfie. La storia che vi ho raccontato in questo articolo ha lo stesso scopo di tutte le altre: condividere delle storie di ordinario gameplay, nella speranza spingere qualcuno di voi a raccontare le sue. Perciò, come al solito, vi invito a lasciare un commento, magari raccontando un episodio particolare che avete vissuto in questo gioco. Nel frattempo, un piccolo consiglio: se state giocando ad Assassin’s Creed Origins e vi viene voglia di fotografare qualcosa, fatevi un favore e fatelo subito. Se aspettate troppo, potreste ritrovarvi ad avere qualcosa da raccontare… 

Il tuo Voto

Videogiocatore da tempo immemore, con la passione per questo mondo che non ha minimamente risentito dei 25 anni trascorsi a giocare.

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