A Way Out

Ogni giorno nascono nuove idee nel campo dei videogames. Alcune molto ispirate, innovative, inizialmente stravaganti ma che a un certo punto possono risultare rivoluzionarie. Altre volte, invece, si tratta di semplici rivisitazioni di idee già presenti nel panorama videoludico, ma che possono essere riproposte in chiave diversa, creando comunque prodotti nuovi e innovativi. È il caso dei giochi da affrontare in coppia, ovvero quei particolari prodotti dove non è ammesso un multiplayer di massa, ma neanche il “diversamente giovane” single player: si gioca in due, e due soltanto. Per questo A Way Out si presenta come un prodotto diverso, soprattutto se paragonato agli altri videogames in circolazione. Uscito il 23 Marzo 2018, ho giocato a questo titolo con un amico, connesso online, con la quale ho completato le circa sei ore richieste dal titolo sviluppato Hazelight e prodotto da EA.

La geniale idea di base: 

L’obbligo inserito all’interno di A Way Out di avere il “giocatore due” accanto con cui superare le sfide proposte è un’idea che ho apprezzato molto. Il fatto che per connettere entrambi i giocatori sia sufficiente una sola copia del gioco (che si può trovare ad un prezzo davvero accessibile),mi ha reso ancora più entusiasta all’idea di provare questo gioco. Introdurre l’altro giocatore alla partita, tra l’altro, si è rivelato semplicissimo (vi basti pensare che è stato più difficile scegliere con quale personaggio partire).

La voce del Web…

Notare come questo esperimento abbia fatto parlare molto di sé nel web è motivo di gioia, per me: è bello poter parlare finalmente di un prodotto che, per quanto breve e per quanto migliorabile, ha un’idea di base che spinge molti a spendere delle belle parole per lui. Perciò, al di là di tutto, apprezzaro il tentativo da parte di Hazelight ed EA di portare una ventata di aria fresca di cui a volte si sente la mancanza.

A Way Out_ Lo schermo Condiviso

In gattabuia!

Per chi conosce il cartoncino del Monopoly che recita (circa) “andate in prigione direttamente senza passare dal VIA”, sappiate che la prigione in questo caso è il vostro “VIA”: chiunque scegliate di essere tra i due personaggi, infatti, la galera è il posto che vi attende. Sarà un carcere di massima sicurezza degli anni ‘70 a farvi compagnia, dove dovrete passare i vostri giorni a causa di crimini commessi dai personaggi, che sono stati inoltre incastrati da un terzo criminale, decisamente peggiore di loro.
Leo Caruso e Vincent Moretti inizialmente non si conoscono, ma la dura vita del carcere li porterà a incontrarsi e a collaborare per cercare di evadere dalla prigione. Comincerà proprio da qui la collaborazione tra i due giocatori, che dovranno aiutarsi e coprirsi le spalle a vicenda per risolvere i vari grattacapi e le varie situazioni rocambolesche in cui si ritroveranno. 

Gameplay lineare e godibile:

A Way Out propone ai giocatori un’avventura unidirezionale, dove perciò la storia seguirà il suo corso fino all’unico epilogo che sancirà la fine della trama. Per quanto le difficoltà da affrontare siano veramente tante, per i nostri personaggi, il gioco è pensato per essere risolto anche dai meno esperti, in quanto con un po’ di ragionamento e (al massimo) qualche tentativo, si riescono a risolvere la maggior parte dei problemi che si incontrano.
Questa è una caratteristica che in realtà ho apprezzato, perché ho interpretato ciò come un tentativo di avvicinare anche i neofiti al genere, magari coinvolgendo qualcuno che con i videogames ha avuto ben poco a che fare. 

Il Retro della confezione di A Way Out per Playstation4

Tutto all’insegna della collaborazione:

A chiunque di voi venisse in mente di attivare un secondo pad per giocare al gioco senza un compagno, sappia fin da subito che gli aspetta una grossa delusione: in A Way Out il lavoro di squadra è tutto! Serviranno sincronia, collaborazione e compagni che siano pronti a coprirsi le spalle a vicenda. Se questi elementi sono presenti tra le abilità dei videogiocatori, molte delle sfide proposte si potranno completare con discreta semplicità. Sfide che comprenderanno le attività più svariate, dallo shooting, allo stealth, fino ad arrivare alle strategie più disparate, messe in pratica dai protagonisti e che potranno essere completate solo grazie ad un buon lavoro in team di chi li controlla. 

Grafica da migliorare 

I vari npc che popoleranno l’ambiente di gioco verranno spesso visti compiere gesti legnosi e poco fluidi, complice una gestione dei loro movimenti evidentemente da migliorare. Le loro sembianze sono anonime, non c’è una netta distinzione da un individuo ad un altro. 
Se da una parte i protagonisti non incontrano quest’ultimo problema, dall’altro avranno a che fare comunque col primo: i loro profili sono ben delineati, e in particolare alcuni dettagli del loro volto sembrano subire una sorta di caricatura, ad enfatizzare maggiormente una caratterizzazione di Leo e Vincent già particolarmente convincente; tuttavia, difficile non notare alcuni movimenti poco fluidi presenti negli stessi personaggi sopracitati, chiaro indice che su questo aspetto magari si può migliorare qualcosa. 

Texture incerte per un ottimo lavoro di regia:

Tolto questo, la fluidità della grafica è abbastanza godibile, anche nelle situazioni più adrenaliniche e veloci della trama. Le texture e la definizione dell’immagine sono ben lontane dalla perfezione, ma il colpo d’occhio e il livello di dettaglio riescono a compensare piuttosto bene il tutto, grazie anche ad una regia davvero ottima. 

A Way Out

Musiche ok…

La colonna sonora riesce ad accompagnare la trama in modo azzeccato, enfatizzandone gli eventi, accompagnata da un ben riuscito doppiaggio. Purtroppo, la lingua italiana è disponibile solo per i sottotitoli, che verranno inseriti in maniera piuttosto strana all’interno del gioco.

…ma che è successo allo split screen?! 

In A Way Out, avendo lo schermo diviso, ci ritroveremo le battute dei personaggi nei loro rispettivi “schermi di appartenenza”. Una scelta bizzarra, così come risulta incomprensibile la scelta di alcuni cambi di inquadrature nello split screen stesso (a volte orizzontale, a volte verticale, mentre diventa intero nelle scene più importanti). 

Giudizio Finale:

Nonostante le imperfezioni che il gioco non nasconde, A Way Out è un titolo pieno di idee interessanti e ispirate, che meriterebbero sviluppi ulteriori attraverso progetti futuri.
Voglio fare i miei più sentiti complimenti al team di Hazelight per l’ottimo lavoro che secondo me hanno svolto, aggiungendo un ulteriore merito a EA per aver creduto nel progetto. considerato il prezzo accessibile e la particolarità del titolo, consiglio l’acquisto a tutti coloro che hanno la possibilità di condividere con qualcuno questa apprezzabile esperienza videoludica.

Voto finale: 7,7

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Videogiocatore da tempo immemore, con la passione per questo mondo che non ha minimamente risentito dei 25 anni trascorsi a giocare.

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